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ME/MOIRE

THE PROJECT
“Your memory is a monster; you forget—it doesn’t. It simply files things away. It keeps things for you, or hides things from you—and summons them to your recall with will of its own. You think you have a memory; but it has you!”
 John Irving
Me/moire è un progetto di fusione tra la danza Contemporanea e il Butoh, avviato nel 2015 dalla Compagnia Simona Bucci, che nasce dalla collaborazione tra la nota coreografa giapponese Yumiko Yoshioka, la danzatrice e regista italiana Camilla Giani e la Compagnia stessa.

 

Il tema della ricerca, incentrato sulla fusione di linguaggi e culture, verte sulla visione della Memoria come bagaglio comune dell’essere umano. La memoria è lo strumento attraverso il quale costruiamo la nostra identità, se non possiamo ricordare non ‘siamo’, per quanto paradossale possa apparire. Ma la memoria è un luogo: dinamico, mutevole e impreciso e soprattutto infedele ai fatti. Me/moire è un viaggio del corpo alla ricerca della propria identità. Individuale, sociale, collettiva e relazionale. Figure astratte viaggiano attraverso paesaggi e situazioni come se potessero accedere ad un inconscio collettivo fatto di luoghi e corpi in movimento.

All’interno della filosofia della danza Butoh è già presente una forte tendenza a lavorare sulla memoria, alla luce della concezione secondo la quale nelle cellule del nostro corpo è custodito a livello genetico il bagaglio di tutta l’evoluzione della vita, che può essere visto come una vera e propria memoria collettiva. Il corpo diventa in questo modo il media per ascoltare e comunicare questi ricordi universali. La relazione tra memoria è identità è un tema vasto che permettere di ‘riflettere’ sulla nostra storia e permette anche di ‘riflettere’ la nostra storia su uno specchio più ampio, come la mente e l’universo.

Dopo una prima fase  di ricerca, formazione e produzione, che ha portato alla creazione di una stesura del lavoro per spazi teatrali, ha avuto avvio la seconda fase del progetto pensato per contesti non convenzionali e gli spazi aperti: dalla scatola nera al paesaggio. Sono nate così altre stesure del progetto, declinate per spazi diversi, nel quale il nucleo di lavoro iniziale ha trovato nuove forme e durate, sotto la direzione di Camilla Giani. Me/moire è diventato quindi un ‘concept’ performativo che vive e si adatta a spazi e durate diversi, e che ‘ingloba’ le momorie di ogni luogo per farne materiale scenico.

“Noi siamo la nostra memoria, noi siamo questo museo chimerico di forme incostanti, questo mucchio di specchi rotti”.

J.L.Borges

 

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